Giovedì 25 marzo alle ore 18,30 nei locali della Galleria Roma di via Maestranza 110 Siracusa, Turi Volanti parlerà di ART BRUT, introdurrà Salvatore Failla
ART BRUT - II linguaggio visivo dei primitivi, dei bambini e dei folli - Genialità e follia: correlazioni.
L'Art brut non è stata inventio di alcun artista, né di una scuola , né di un movimento: è nata da una tipologia umana particolare, fra i soggetti più istintivi e incolti che si possano immaginare; da individui affatto indomabili, spinti da pulsioni sfrenate, di cui sono vittime in primis i folli, gli schizofrenici, e poi, con specificità differenti, i primitivi e i bambini.
E' l'arte che non conosce il proprio nome, detto sul filo della inquietante definizione di Jean Dubuffet, corifeo raffinato - e non altro poteva essere - colto pittore francese, che la scoprì nei manicomi e nelle carceri e dai quei margini sociali della storia la riportò nell'alveo della coscienza dei circuiti culturali e creativi di massima fruizione.
Di lectio diffìcilìor l'Art brut, non si avvale di codici linguistici istituzionalizzati, ma da pittografie simboliche, le cui radici sono riconducibili ai beisik-scribl da decrittare onde pervenire, sul piano connotativo, a più chiare significanze.
Come fenomenologia materica, ha avuto vasti echi nell'arte contemporanea, atteso che il materiarìsmo. ovvero l'uso della materia grezza, che ha storicamente la sua genesis nell'Informe/, ha creato numerosi tòpoi nell'area del rifiuto dei materiali tradizionali.
Arte autre?, arte diversa da ogni altra?, quindi originale? Non basta. L'opera cui si voglia attribuire l'aggettivo esige specifiche proprietà creative non disgiunte da un rapporto piuttosto complesso con la storia dell'arte, anche se la tipicità dell'opera si richiama - e si connette fortiter in re - a opere preesistenti.
Sarebbe il caso di dire che sulla scorta della favola biblica, in cui l'uomo sarebbe stato creato dall'argilla, nell'Art brut riprende non la nobile creta ma, nelle opere di Dubuffet e accoliti, il fango, la terra-terra, riverberando sull'uomo la più infima degradazione ontologica.
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
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