Alla presenza di James Hillman
Lucia Arsì recita
l'Ode ad Afrodite di Saffo
Palazzo dei Duchi di Santo Stefano,
Taormina.
3 ottobre, h.17,00
3 ottobre 2008, h.17,00. In un pomeriggio senza ombra di pioggia, nel salone di rappresentanza del Palazzo Duchi di Santo Stefano, al centro di Taormina, si è discusso di Mito, di Emozioni, di Ombra e di Afrodite. Ad organizzare il Convegno è stato l’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica, di cui Hillman è Presidente onorario. E l’ospite era James Hillman.. Nel salone gotico, appena appena illuminato, strapieno di persone, con lo sguardo rivolto al tavolo ove sedeva, al centro, il Maestro per scrutare ogni piccolo segno ed elaborarne il significato, dato che la stragante maggioranza ha una specializzazione in psicanalisi. Avrei dovuto dare l’avvio al convegno con la lettura dell’Ode saffica, che da Luigi Turinese mi era stata richiesta. Imprevisti hanno determinato un ritardo di circa quindici minuti. Pazienza!. Il mio intervento passa alla seconda parte del programma. Le prime quattro relazioni, brevi e profonde, calmano la mia tensione dovuta la disguido. Il dott. Giuseppe Castagnola parla del mito…offre spazi, immagini sì da comprendere ogni angolo della psiche. Sull’archetipo messo in relazione al noumeno kantiano dice il dott. Salvo Pollicina, legando l’incoscio all’acqua e prosegue con Narciso, con la porta che immette all’Ade, rivelando che la sua porta, quella che lo immette nel profondo è la poesia. Ma cos’è l’Ombra? E’ la parte vive della personalità. Nella prima parte della nostra vita togliamo(ombra)per poi cercarla per integrarci. Quindi l’ombra è l’archetipo dell’anima. Antonella Russo parla di emozioni ed ancora Giusi Polizzi. Arriva il mio tempo. La mia occasione per trasmettere, particolarmente ad Hillman, l’anima di Saffo. La preghiera che la poetessa greca rivolge alla dea dell’amore. Il ritmo è ora calmo, invocativo, ora diventa narrativo,e si conclude con il responso della dea: chi fugge t’inseguirà, chi non ti fa doni, te li darà, chi non ti ama ti amerà. Vieni ancora una volta, siimi alleata, conclude l’orante. Ascoltare l’ode saffica ad Afrodite ha regalato attimi intensi di emozioni e di riflessione, corale la partecipazione e il plauso. Al punto che Hillman, nel foglio che riportava il testo greco ha scritto: A Lucia, figlia di Saffo.E’ la volta di Hillman. Ha letto la pagina iniziale del libro testé pubblicato: la giustizia di Afrodite. Si tratta di una preghiera da lui scritta nei confronti di Afrodite perché senza la sua presenza non ci può essere bellezza e giustizia. La conclusione di Hillman: la moralità senza bellezza immiserisce il cuore e la mente. E’ noiosa. E’ banale. Non ci afferra, non evoca la giustizia di cui si fa avvocata…
Si dà inizio agli interventi. E a proposito di giustizia, offro la mia riflessione. L’inno ad Afrodite di Omero. E rivivo la scena. Afrodite si presenta ad Anchise, in assoluto anonimato, asserendo che da Ermes ha ricevuto l’ordine di diventare sua sposa. Una notte splendida di amore. Il giorno dopo la dea si manifesta in tutta la sua bellezza. Anchise rimane perplesso. Afrodite lo rincuora: fai silenzio. Ma Anchise ,umano, troppo umano, non può. E, nell’ambito di una discussione con un amico a proposito della persona più bella, rivela che la più bella è Afrodite, dato che ha fatto esperienza personalmente. E Anchise paga. La giustizia della dea è totalizzante, perché il rapporto d’amore è totalizzante fra i due ed esige la profondità del Silenzio; la giustizia dell’uomo è relativa, non cosmica. Ancora una volta Hillman consente e risponde: grazie per il consiglio. Anche noi siracusani diamo contributi perché la cultura diventi seme e nutrimento benefico per tutti.
Quei prototipi, quegli universali fantastici di vichiana memoria, quei miti greci che dicono giustamente della Bellezza che sconvolge, docent.
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