lunedì 17 dicembre 2007

Rodolfo Cristina


Rodolfo Cristina

Il mondo dipinto da Rodolfo Cristina non esiste più. La realtà rappresentata nei suoi quadri è ormai irrimediabilmente sparita, e bisogna guardare le opere che il pittore pozzallese ha lasciato a noi posteri come se fossero una piccola recherche attraverso cui, nei suoi nostalgici frammenti, si può ricostruire Vaspetto esteriore e lo spirito dominante d'un mondo e d'un tempo scomparso. Nel momento stesso in cui Cristina si metteva all'opera, del resto, il suo era già l'atteggiamento nostalgico di chi ricorda un mondo lontano eppure sentito ancora come spiritualmente proprio: il pittore era infatti lontano dai luoghi natii, essendosi trasferito nella grande città, a Roma, in cerca di fortuna. Quel che voglio dire è che alla nostalgia che i suoi quadri portano con sé per naturale dettato ed intrinseca forma (essendo lo specchio d'un mondo scomparso) s'aggiunge la nostalgia con cui il pittore stesso s'era accinto a ricordare il mondo visto con gli occhi della gioventù. Perché, lo ripeto, quel mondo fa ormai parte d'un lontano passato. Oggi, e lo si ripete fino alla sazietà, viviamo in un'epoca consumistico-industriale che sta purtroppo distruggendo le civiltà arcaico-contadine rispecchiate dalla pittura di Cristina. Ad esempio, chi decida d'andare a Pozzallo (paese natale del pittore) scopre con sorpresa che ''quel piccolo paese" di pescatori (tale era la definizione datane dai primi critici del Cristina) è oggi un grosso centro turistico dove non c'è quasi più traccia né di contadini né di pescatori.
Dario Bellezza

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