domenica 4 gennaio 2009

PER FOTO E PER AMORE


Galleria Roma
via Maestranza 110
Siracusa

PER FOTO E PER AMORE
VISIONI FATALI


Dal 10 al 20/01/2009

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Esplorare l’archivio di un fotografo è come addentrarsi in uno scavo archeologico alla ricerca di reperti, simboli, storie e motivazioni sepolte dentro scatole di cartone, ben areate, ma sepolte. Nulla cambia se l’area di scavo è quella del proprio archivio.
Sono stato autore di fotografia negli anni ’80/’90 quando l’immagine si produceva esclusivamente attraverso supporti e tecniche chimiche che comportavano un approccio con il mezzo fotografico sostanzialmente diverso da quello attuale. Lo scatto costituiva il primo atto di un processo irreversibile a cui seguiva lo sviluppo della pellicola e quindi il terzo passaggio finale, la fase di stampa. Ogni intervento doveva compiersi nei limiti delle alchimie concesse dai materiali che si era scelto di adoperare per ottenere un unico e definitivo risultato finale. Era fotografia “fatta a mano” esattamente all’opposto, quanto a tecnica, della fotografia “automatica” quella di cui oggi ci si può avvalere.
Oggi, a distanza di oltre un decennio durante il quale la fotografia digitale ha in pratica sostituito a tutto campo quella chimica, sono stato esortato dall’amico Corrado Brancato, art director della Galleria Roma di Siracusa, per una personale fotografica di stampe estrapolate dal mio archivio.
Ho accettato ben volentieri l’invito ed ho colto l’occasione per ritrovare il mio passato, quella parte della mia vita dove la fotografia occupava un ruolo preminente. Ho rivisto centinaia e centinaia di immagini, ritratti di amici, di clienti dello studio, di persone di cui addirittura non ricordo più il nome e ho rivisto luoghi e situazioni in una metamemoria fotografica che in pochi istanti si è ricomposta nella realtà del presente.Dal caos di tutte queste immagini ho selezionato con il cuore quelle a me più care, cioè quelle legate alla ricerca personale dell’extra-fotografico, al di là degli elementi connotativi e denotativi propri della fotografia alle quali, al tempo di queste ricerche, (1990 – 1993 ca), volli aggiungere il terzo elemento significante adottato nella concettualità fotografica, ovvero quella terza tesi che veniva proposta da Anton Giulio Bragaglia, teorizzata nel volume Fotodinamismo futurista (1911), da fotografi come gli americani A. Coburn e Man Ray, lo svizzero C. Schad, l’ungherese Làszlò Moholy-Nagy (Bauhus) e l’italiano Luigi veronesi che, proclamando l’importanza essenziale della ricerca riaffermavano e giungevano all’astrattismo.
Le stampe fotografiche che ho scelto per questa mostra sono quindi visioni ricavate dalla casualità degli eventi temporali e spaziali che ne hanno determinato la scelta definitiva e quindi fatale. Fotogrammi di sovrapposizioni di molteplici esposizioni o inserimenti di interventi manuali in fase di stampa che sovvertono il senso connotativo dello scatto per sublimare lo specifico fotografico in un resoconto intimo o intimistico delle mie esperienze personali.
Tutto questo è stato. Potrebbe ancora essere, ma il passato non può ingombrare il presente se non per conoscenza e saggezza, il futuro è evoluzione e l’arte della fotografia non è di certo esclusa da questa legge Universale.

Siracusa, 3 gennaio 2009


Salvatore Zito

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