galleriaRoma
palazzo Rizza
via Maestranza 110 Siracusa
Giovedì 14 ottobre alle ore 18,30 la professoressa Mariarosa Malesani parlerà dei mestieri scomparsi nel corso della serata saranno proiettati foto e filmati d'epoca
La memoria è la nostra cultura ed è l’ordinata raccolta dei nostri pensieri ed è pure l’ordinata raccolta dei pensieri degli altri uomini, di tutti gli uomini che ci hanno preceduto.
Mentre nella seconda metà dell’800 l’industrializzazione andava di pari passo con i vecchi arnesi manuali e con l’oggettistica quotidiana; macchine e manualità coabitarono per lungo tempo e la modernità maturava lentamente. Negli anni ’50 l’evoluzione industriale fu repentina e portò le devastanti lusinghe di una occupazione senza fatica e poco sudore. Fu un avvento improvviso che colpì masse di contadini e pastori, artigiani e manifatturieri, spazzati via al punto che non ci fu coabitazione tra antico e moderno: pian piano sparirono i lavannari, i carritteri, i vanniaturi, i seggiari, i craunari, i molinari, i gazzusari, i cantineri, i bottari, gli strilloni ……..
E io credo che dovremmo invece risvegliare nei siracusani la voglia di appropriarsi del loro passato perché sembrano dimentichi della loro cultura popolare cosicché hanno spezzato il cordone ombelicale con la storia popolare della propria gente che, invece, è rimasta, nei secoli e sotto tutte le dominazioni, il filo di Arianna che ha permesso alla città di mantenere fieramente la propria identità che la caratterizza. Senza abbandonarci ad uno sterile “amarcord” credo che una certa nostalgia per la Siracusa di una volta, ricca di figure che rendevano le strade e i vicoli così pieni di fascino e poesia, sia auspicabile . Accanto alle merci che vendevano, ai servizi che prestavano, alla loro abilità nel riparare donavano saggezza, consigli….
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
Mentre nella seconda metà dell’800 l’industrializzazione andava di pari passo con i vecchi arnesi manuali e con l’oggettistica quotidiana; macchine e manualità coabitarono per lungo tempo e la modernità maturava lentamente. Negli anni ’50 l’evoluzione industriale fu repentina e portò le devastanti lusinghe di una occupazione senza fatica e poco sudore. Fu un avvento improvviso che colpì masse di contadini e pastori, artigiani e manifatturieri, spazzati via al punto che non ci fu coabitazione tra antico e moderno: pian piano sparirono i lavannari, i carritteri, i vanniaturi, i seggiari, i craunari, i molinari, i gazzusari, i cantineri, i bottari, gli strilloni ……..
E io credo che dovremmo invece risvegliare nei siracusani la voglia di appropriarsi del loro passato perché sembrano dimentichi della loro cultura popolare cosicché hanno spezzato il cordone ombelicale con la storia popolare della propria gente che, invece, è rimasta, nei secoli e sotto tutte le dominazioni, il filo di Arianna che ha permesso alla città di mantenere fieramente la propria identità che la caratterizza. Senza abbandonarci ad uno sterile “amarcord” credo che una certa nostalgia per la Siracusa di una volta, ricca di figure che rendevano le strade e i vicoli così pieni di fascino e poesia, sia auspicabile . Accanto alle merci che vendevano, ai servizi che prestavano, alla loro abilità nel riparare donavano saggezza, consigli….
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info:
0931/746931
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